Affidamento condiviso: cos’è e come funziona

Affidamento condiviso: cos’è e come funziona

Quando due partner sposati decidono di interrompere la loro relazione con separazione e divorzio, inevitabilmente bisognerà accordarsi in merito ai propri figli. Se ci sono particolari situazioni in ballo, allora si potrebbe anche giungere all’affidamento esclusivo, contrariamente la strada migliore percorribile è quella dell’affidamento condiviso. Vediamo insieme cos’è e come funziona e soprattutto quali sono gli indirizzi che un avvocato divorzista verona può dare ai suoi clienti per gestire nel miglior modo possibile La questione bambini.

Cos’è l’affidamento condiviso

È luogo errato comune credere che affidamento condiviso voglia dire dividersi i figli equamente in termini di tempo (ad esempio a settimane alterne nelle case dei genitori). In vero per condivisione si intende la capacità di tutti e due i genitori, al di là del loro rapporto, di prendere decisioni inerenti il benessere fisico e mentale dei propri figli. Ad onore del vero sussiste ancora una differenza tra affidamento e custodia: di norma infatti l’affidamento condiviso è consuetudine proprio per permettere ai figli minori di mantenere vivo il rapporto e il rispetto nei riguardi di ambedue i genitori allo stesso modo, invece per la custodia si gestisce in via decisionale con l’aiuto degli avvocati.

La questione tempo trascorso con padre e madre, che di norma dovrebbe essere al 50 e 50, passa in secondo piano rispetto a quello che invece rappresenta il reale significato di affidamento. Tuttavia, se un figlio passa col padre solo un weekend al mese per motivi logistici questo non esime il genitore a decidere insieme alla sua ex moglie ciò che è meglio per il suo bambino.

Affidamento condiviso e affidamento congiunto: la stessa cosa?

Spesso si sente parlare anche di affidamento congiunto: ebbene c’è una differenza sostanziale tra i due concetti o invece si equivalgono? Diciamo che in un certo senso le differenze ci sono eccome, ma per la maggiore sono diversità teoriche. Allo stato dei fatti i due termini finiscono spesso con l’essere sinonimi. Detto quanto specifichiamo che la legge suole parlare di affidamento condiviso, almeno da quando è entrata in vigore la riforma del 2006. Prima di allora si parlava di affidamento congiunto come una eccezione: di norma si davanti infatti priorità all’affidamento esclusivo, e la gestione congiunta dei figli era solo un caso straordinario, che si verificava quando i due ex coniugi riuscivano a trovare un equilibrio. Nessun giudice ottava per affidare ad entrambi i coniugi la prole, e pertanto si parlava di congiunto solo quando madre e padre riuscivano a non litigare per apparire pacifici agli occhi della legge e ottenere così un affidamento equilibrato.

Genitore affidatario o collocatario?

Altra indispensabile domanda a cui bisogna rispondere è quella concernente l’accezione di genitore affidatario e genitore collocatario. Oggi in base al nuovo contesto entro cui si parla di affidamento condiviso, è sbagliato in un certo senso parlare di genitore affidatario: se madre e padre rispondono entrambi del benessere dei bambini allora si deve parlare di genitore co-affidatario. Questo vuol dire che uno non può decidere dei figli senza interpellare l’altro e viceversa (questo accade se si decide per una gita scolastica, per uscire con gli amici, per un’attività extrascolastica e per qualunque altra decisione che vada del futuro del bambino).

Proprio in virtù di quanto, oggi la migliore definizione del genitore diventa “collocatario”. Si intende insomma il genitore con il quale il figlio vivrà in via prevalente. Il genitore, cioè, che mantiene una residenza anagrafica con i bambini. Questo non ha nulla a che vedere con l’affidamento, valido equamente tra i due ex coniugi. Collocare un figlio a casa di mamma o di papà non vuol dire che l’altro genitore sia escluso dalla sua vita. In un certo senso appare che il genitore con cui si vive sia maggiormente presente, ma a conti fatti deve sempre chiedere all’altro accordo o disaccordo su qualunque questione.

Redazione

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